Sento il bisogno di commentare un fatto che sta accadendo ad una persona che ho avuto modo di conoscere personalmente tempo fa. Una persona che sta attraversando un momento durissimo, perché il business della sua famiglia, un distributore carburante con autolavaggio, sta chiudendo.
Se uno legge i suoi testi respira il dramma di questo evento. La frustrazione mista alla rabbia, nei testi come nelle foto. Il dispiacere nei commenti di chi conosce lui e la sua famiglia: chi gli fa gli auguri, chi se la prende con la crisi, chi si unisce al dolore di un evento così difficile.
Ebbene, io gli ho segnalato questo mio post. L’ho segnalato a lui come lo segnalo a chiunque abbia un’impresa in difficoltà, o anche solo un’impresa che non si sta evolvendo, che non sta crescendo. E gliel’ho anticipato come lo anticipo a te: non ci andrò di fioretto. Non mi unirò al coro.
Se voglio bene a Davide, come ne voglio a chi ha il coraggio di aprire una partita iva, e soprattutto se voglio essere coerente con la responsabilità che mi sono assunto scegliendo di fare il mio mestiere, devo essere duro e chiaro. Per quanto possa riuscirmi difficile, devo farlo. DEVOGLIO farlo.
Perché infine la chiusura di questa azienda ha in primis un colpevole: chi l’ha creata e/o gestita.
Lo so, fra chi legge c’è già chi vuole insultare, ammonire, minacciare… chi pensa che io non capisca, che io non conosca bene la situazione, che io non mi renda conto di quanto sia dura là fuori.
INVECE NO.
È proprio per come stanno le cose “là fuori” oggi che io HO IL DOVERE di scrivere questo post. E tu fai bene a smettere di generalizzare e giudicare, e piuttosto a leggere, con attenzione, rigo per rigo. Così eviterai di finire nella trappola della demagogia e non lascerai la tua impresa in balia dei rischi che questo periodo e questo mercato impongono a ciascuno di noi, compreso il sottoscritto.
Ci sono troppi luoghi comuni che annebbiano la vista dei titolari di partita iva. Due di questi sono:
– la logica del “bisogna lavorare di più”
– la logica del “si è sempre fatto così”.
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In un momento come questo bisogna lavorare di più.
Niente di più sbagliato. Niente!
Davide si incuriosì molto quando io cominciai a pubblicizzare il corso Intraprenditori Live.
Commentò congratulandosi, dicendomi che era un’ottima idea. Si ripropose di frequentarne un’edizione. E la terza si svolse a pochi chilometri da casa sua. A pochi chilometri da casa sua! Ma lui non riuscì a partecipare perché… “c’era troppo lavoro da fare”.
Fior di imprenditori si ostinano a lavorare troppo, tanto da non riservare tempo né ad analizzare la situazione, né a programmarla, o ri-programmarla se occorre. Così diventa praticamente impossibile capire quale sia la natura del problema, e soprattutto quale possa essere la sua soluzione.
Lavorano, sempre di più, sempre più troppo, sempre peggio.Come se la logica del lavoro duro ci lavasse la coscienza, della serie “cosa potevo fare più di così?”. Leggi bene, è importante:
Se fai la cosa sbagliata per otto ore al giorno non risolverai i tuoi problemi facendola per dieci ore al giorno!
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Ci sono imprenditori che hanno smesso di fare i conti.
Maledetti, MALEDETTI quei consulenti che sono solo capaci di dire “risparmia, taglia, taglia, risparmia”, perché spesso si finisce solo per ridurre le opportunità! Abbattere i costi non può essere la scelta giusta “a prescindere”! Occorre analizzare molto, molto bene quali debbano essere i costi da tagliare!Se tagli gli investimenti che ti consentono di acquisire nuova clientela, come farai quando non ne avrai più abbastanza?
Se tagli gli investimenti che ti consentono di fornire un prodotto/servizio capace di superare le aspettative della clientela, come farai a non perderla?
Se tagli i margini di profitto fino ad eliminarli, che senso ha tenere in piedi un’impresa?“Ma lele nel mio settore è così”!
Ora spiegami una cosa sola: perché hai messo su l’impresa? Per guadagnare divertendoti, giusto? O soltanto perché non trovavi un lavoro da dipendente? Perché sono tanti gli pseudo-imprenditori che in realtà sono dipendenti di loro stessi…Ad ogni modo, che tu abbia messo su l’impresa mosso dalla passione o dal bisogno, la tua impresa deve produrre profitto.
Se la tua impresa non produce profitto hai solo due cose da fare: scoprire come cambiare le cose, oppure chiudere.
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Prima che sia tardi. Prima che i soldi siano finiti perchè continui a fare le stesse cose che se li sono mangiati. PUNTO! Niente terza via!
La chimera del “più lavoro uguale più guadagno” è sempre più obsoleta, superata, pericolosa.
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Oggi è difficile immaginarsi a fare lo stesso lavoro per tutta una vita: o cambierà il modo in cui dovremo farlo, o addirittura arriverà il momento in cui dovremo valutare di fare altro, punto.
Soprattutto è inimmaginabile, I-NIM-MA-GI-NA-BI-LE, che l’imprenditore contemporaneo si dimentichi di dedicare tempo all’analisi del mercato e della sua impresa perché “c’è troppo da fare”.
In Intraprenditori Live, oltre ad affrontare l’analisi di mercato in un’apposita tappa del Metodo, parliamo anche di “BUSINESS A 5 STELLE”, ossia come mettere sù un’impresa in grado di produrre valore per gli altri e ricchezza per te attraverso i profitti. Il focus di molti imprenditori è quello di creare un’impresa che possa “sopravvivere”. Noi, invece, riteniamo che la tua impresa abbia lo scopo di portare la tua vita da dove è ora a dove vuoi che sia.
Se desideri partecipare ad Intraprenditori Live, chiedi una consultazione gratuita qui!
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Ma abbiamo sempre fatto così!
Due anni fa un fenomeno diceva che finché ci saranno le auto ci sarà bisogno di fare rifornimento. Aveva ereditato dalla sua famiglia un terreno importante, ci poteva stare un bar, un negozio di accessori, un lavaggio… ma lui no, basta il carburante. Si è consociato con una piccola realtà fornitrice e ha cominciato… chiudendo poco più di un anno dopo. Terreno sprecato, soldi buttati.
Lo stesso potrei raccontare di negozi di ogni genere, agenzie di servizi, artigiani… tutti lì a ripetere che il loro nonno/padre/parente/ex datore di lavoro eccetera non aveva bisogno di farsi pubblicità, men che meno di essere su internet… “perché basta il passaparola”.
Ma che vadano al diavolo!
Oggi il vero imprenditore, l’Intraprenditore, sa che deve mettere in conto di investire denaro e soprattutto TEMPO sulle relazioni, offline come online. Il vero imprenditore, l’Intraprenditore, sa che dovrà ridistribuire il proprio impegno lavorativo sia per evitare il problema già visto (lavorare troppo senza rendersi conto che si sta lavorando male), sia per cogliere le opportunità che il modo di comunicare e di relazionarsi può riservare.
Chi pensa di poter continuare a gestire un’impresa, soprattutto se piccola, come si faceva una volta, mi (si!) faccia il sacrosanto piacere di venderla finché è in tempo, e realizzare profitti anziché perdite… oppure si adoperi per innovare il proprio modo di fare impresa.
Non c’è artigiano, non c’è commerciante, non c’è libero professionista che possa improvvisare, oggi.
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Per questo non importa quanti anni hai, se hai creato l’impresa enne anni fa o se l’hai ereditata o se l’hai acquistata. Conta che tu colga i cambiamenti che sono in atto. Che tu scelga di viverli come un’opportunità e non come una seccatura. Che tu impari a riservarti del tempo per conoscere come si stia evolvendo il tuo mercato, qui come altrove. Che tu ti chieda almeno una volta a settimana “cosa posso fare di meglio o di più o di diverso?”.
Non ti piace dover fare cose nuove? O le deleghi o vendi l’impresa! Basta che tu non continui a gestirla come hai sempre fatto, o corri il serio rischio di perdere tutto. Come Davide. E credimi, non c’è niente di più straziante del dover chiudere un’impresa che consideravi come una tua creatura. Ma ancor di più
Non c’è niente di peggio di chiudere un’impresa che poteva prosperare, se solo si innovava il modo di gestirla!
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In questi giorni Andrea Lagravinese ha scritto un post superlativo sui 7 errori di marketing più commessi dagli imprenditori. L’ho trovato spettacolare, illuminante, tanto da invitarti a leggerlo con attenzione, così da trasformare questo mio post in analisi/azioni concrete ed immediate. Ecco, lo trovi cliccando qui.
Se vent’anni fa avessi avuto questo post, la mia prima impresa sarebbe ancora in piedi e prospera, o sarebbe stata venduta a caro prezzo, o si sarebbe evoluta in tempo.
Per questo ti rivolgo un doppio invito: non solo a commentare questo post, bensì anche quello di Andrea. Commentarlo, per dimostrare a te in primis che hai colto il suo prezioso significato.
Checché se ne possa dire, questo post è dedicato a Davide, alla sua famiglia, alle sue ambizioni. Glielo dedico con tutto il cuore, implorandolo di fare tesoro di questa brutta esperienza.
La mia vita è qui a ricordarmi che ogni problema può generare un’opportunità: solo occorre avere la lucidità interiore di ricercarla. E prima ancora occorre togliere lo sguardo dall’imprecazione, dalla frustrazione, dalla recriminazione.

Per chi invece l’impresa ce l’ha ancora aperta, che questo post – unitamente a quello di Andrea – vi esortino a fare le cose giuste nel modo giusto. È un ottimo modo per abbattere il rischio d’impresa.
In Intraprenditori Live parliamo spesso di “Storie Storte” e “Storie Toste” per mostrarti, da un lato, gli errori di marketing, comunicazione e posizionamento che possono portare al fallimento di un’impresa come la tua, dall’altro gli esempi di successo di imprese locali che continuano a prosperare nonostante molti loro concorrenti stiano chiudendo.
Se desideri partecipare ad Intraprenditori Live, chiedi una consultazione gratuita qui!
davide Sartori
Ciao lele sai che io ti stimo per questo ti tispondo con sincerità…quello che scrivi è giusto…..sarebbe ancora piu giusto se l’impianto fosse stato mio…..ma io si gestivo l’impianto ma le decisioni piu importanti ed obbligatorie le prendeva l eni…se tu fai una ricerca di mercato….noterai che l eni nel settore carburanti e in crisi. …e di conseguenza noi gestori al di la di lottare….e credimi in queati cinque anni di battaglie con l eni ne abbiamo fatte…non potevamo fare nulla….la crisi…si c’è. ..nel senso che siamo in tantissimi e non possiamo competere con i prezzi delle pompe no logo……ma la cosa piu importante e che non si sposava piu la gilosofia di questa multinazionale…e quando l amore non c’è piu….e inutile andare avanti no? a me dispiace solo che l eni abbia sposato questa filosofia che noi non comprendavamo….e di conseguenza la scelta era d’obbligo. …mi spiace si per l amore che ci aveva messo il papà. …..ma era peggio se si andava avanti….quindi…tu stesso dici…o si rimedia o si chiude…nel mio caso c’era da chiudere….fosse stato mio probabilmente si lottava in maniera diversa……..per quanto riguarda il non essere venuto al tuo corso…sono diventato papà la settimana prima……..ed era necessario il mio rimanere a casa….ciò non toglie che non ci verrò. …….poi concordo con te……quello che mi è successo mi ha insegnato molto…e concordo con te che tutto ciò mi procura una nuova opportunità. ….ho sempre pensato bella mia vita…chiuso una porta si apre un portone no? Ora ti posso dire guardando le mie figlie….mia moglie…..i miei genitori…che se quel portone non si aprirà. ..me ne costriuro uno…….grazie ancora del tuo post…sarebbe scontato dire che sei un gran coach…quello si vede….ma sei una gran persona…e quello lo posso dire perche ti ho vissuto….grazie ancora
Lelio lele Canavero
“Se il portone non si aprirà ne costruirò uno” … Splendido Davide, sii orgoglioso di te, come può esserlo chi ti conosce e come lo sono io! Questa storia si rivelerà una meravigliosa opportunità x te, ne sono convinto, perché sei già orientato alla soluzione e ti sei lasciato il problema alle spalle. A presto, con stima
Luca Conte
Grande Lele!! In questo periodo c’è una grande selezione sul mercato, e personalmente sto constatando come l’improvvisazione è davvero dilagante. Personalmente sto prendendo il toro per le corna, e a breve ci saranno dei frutti sicuramente meravigliosi, e mi farà molto piacere potertene parlare!!
In Italia lamentele e scuse sono il vero male, perché non ci permettono di guardare in faccia la realtà e di viverla al massimo delle nostre potenzialità.
Lelio lele Canavero
E vai Luca! Conoscere questi frutti sarà un piacere, quando sarai pronto “squilla” 🙂